Cosa sono: il Tao, lo Yin e lo Yang?


Il Tao traducibile con: La Via Maestra, oppure con: La Legge Suprema. Letteralmente, la parte in alto a destra indica: la testa, il capo, la guida, la direzione, mentre il radicale che parte da sinistra e scorre in basso a destra, indica movimento; dunque in esso presente tanto l'lemento dinamico del mutare, quanto quello statico del principio immutabile ed eterno: Lunica Via che pu dirsi vera colei che costante nel tempo (Prof. Leonardo - Arena, nei corsi sul Tao Te Ching tenuti presso la facoltà di Filosofia dell'Universit di Urbino - docente inoltre della Scuola Superiore di Filosofia Comparativa di Rimini) pur mutando nelle sue manifestazioni particolari in termini di rapporti relativi tra Yin e Yang suoi imprescindibili elementi costitutivi.

L'Yin e lo Yang sono i due “Poli Imperiali” (come li ha definiti il M° Li Xiao Ming nei suoi corsi tenuti ad Urbino presso la Scuola Superiore di Medicina Olistica che ho seguito dal '93 al '95) componenti il “Mandala” o ‘Tai Ji Tu” (diagramma del Taiji) tradotto sinteticamente come: ”Supremo Fondamento”.

Questo rappresenta l’eterno alternarsi del bianco e del nero, dello Yang e dell’ Yin così raffigurati, del giorno e della notte, dell’attività e della passività, della razionalità e dell’intuitività, dell’inspirazione e dell’espirazione (Santoni Ohashi) della concentrazione e della meditazione. In ultima analisi: tutti i primi rappresentano delle qualità tendenzialmente maschili, i secondi termini, quelle femminili. Inoltre, la metà bianca del "Tai Ji Tu" nasce ed ha come suo nucleo un puntino nero e viceversa; ciò sta ad indicare che ogni eccesso di ciascuno di questi due stati energetici ideali, porta necessariamente a ricadere nel suo opposto, senza peraltro voler dare una caratterizzazione moralistica di bene e male ai due succitati princìpi che di fatto nella pratica taoista non esiste (come ho appreso direttamente dalle domande fatte a lezione al luminare "Icilio Vecchiotti", scomparso da diversi anni sempre all’Università di Urbino nella facoltà di Filosofia, seguendo il corso di Storia della filosofia dell'India e dell'estremo oriente, e successivamente invitato a casa sua...). Yang ed Yin sono entrambe artefici e cooperano alla creazione di tutto ciò che esiste in natura. Il fine è l’armonia, la "via di mezzo" tra le due antitetiche componenti e non l’iperattività occidentale o la passività fatalista indiana per intenderci, ma il Wu-Wei (Carattere classico: 無為 cinese semplificato: 无为; traducibile con vuoto mentale consapevole del tutto che scorre - "panta rei") pronti a cogliere l'attimo che "accade" solo quando si vive centrati nel presente.

La Legge del Tao, non consente di aggrapparsi a ciascun punto fisso per più dell’istante in cui questo si è affacciato intuitivamente alla nostra coscienza psicofisica. Bhagwan Shree Rajneesh (Osho) dà, a tal riguardo, nel suo secondo volume di commenti sul "Tao Te Ching", l’immagine del funambolo che per avanzare è costretto a mutare di continuo il suo assetto per non cadere spostando il suo baricentro ora a destra ora a sinistra (nella consapevolezza costante dello stesso per progredire verso il fine :"l'illuminazione"): in ciò consiste l’immutabilità (la fune, la direzione) dinamica della suprema legge del Tao come si apprende dall'antichissimo libro dell' "I-Ching" o "libro dei Mutamenti" (del Tao per l'appunto).



Ideogramma del Tao

Taijitu

Taijitu


Taijitu

Come i cinesi vedono l'origine del diagramma: due pesci che nel rituale di accoppiamento ruotano attorno ad un centro "vuoto"


Calligrafia ideogrammi yin e yang

Calligrafia ideogrammi Yin e Yang

Considerando tutti gli esseri senzienti superiori persino alla gemma che esaudisce i desideri
di realizzare il fine supremo, possa io costantemente prenderli a cuore.

Quando mi trovo in compagnia di altre persone mi riterrò sempre inferiore a tutti
e dal profondo del cuore li avrò cari e supremi.

Vigile, ogni volta che sorge un difetto mentale che metta in pericolo me stesso e gli altri
lo affronterò e lo eliminerò senza indugio.

Vedendo esseri di natura malvagia sopraffatti da azioni negative e gravi sofferenze
terrò care tali rare creature come se avessi trovato un prezioso tesoro.

Quando altri, per invidia, mi tratteranno ingiustamente, mi insulteranno o faranno cose simili
accetterò la sconfitta, ed offrirò la vittoria ad altri.

Quando qualcuno che ho beneficato ed in cui ho riposto grandi speranze
mi infligge un grave danno, lo considererò il mio santo maestro spirituale.

In breve, direttamente e indirettamente, io offro ogni beneficio e felicità a tutti gli esseri senzienti, mie madri;
possa io in segreto farmi carico di tutte le loro sofferenze e azioni negative.

Possano essi non essere mai contaminati dai concetti causati dalle otto preoccupazioni mondane,
e consapevoli che tutte le cose sono illusorie
possano tutti loro, privi di attaccamento, essere liberati dalla schiavitù.

Le otto strofe della trasformazione del pensiero di Ghesce Langri Thangpa
traduzione a cura di Lama Thubten Zopa Rimpoche (Cambiare la mente, Pomaia, Chiara Luce, 1996)
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