Il Tai Chi Chuan summa delle Arti interne cinesi


Il Taijiquan stile Chen (陈式太极拳, Chen shi taijiquan) è considerato lo stile più antico di quest'arte marziale.



1. Storia

2. Caratteristiche

3. Filosofia

4. Metodo di apprendimento

5. Stili derivati


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Storia



La sua origine mitologica narra infatti che il taijiquan sia stato creato dall'immortale taoista Chang San Feng (Zhang Sanfeng). Questo santo taoista lo avrebbe ideato nel 1200 (dinastia SUNG) ispirandosi ai movimenti sinuosi del serpente che combatteva con una gru. Molto probabilmente anche se CHANG SAN FENG viene accreditato come il primo fondatore del Tai Chi Chuan, lo stile potrebbe essersi sviluppato come una specializzazione dello SHAO LIN CHUAN (Boxe dei templi di SHAO LIN) di origine buddista o come risposta a questa scuola da parte della comunità taoista del monte WU DAN celebre per la pratica dell'alchimia interiore.. Dopo di che lo trasmise a Wang Chen Nan ed a Yeh Chi Mei di Ningpo. Tuttavia Chang San Feng non fu l'unico “inventore” del Tai Chi, essendoci almeno altre quattro scuole presenti o precedenti la sua: il suo merito fu quello di sistematizzare queste precedenti esperienze in un sistema organico e ben codificato, fondato su principi chiari e ben definiti, che riuniva armoniosamente tecniche marziali derivanti dall'area culturale del monastero di Shaolin con i principi filosofici e le pratiche energetiche taoiste già presenti in embrione ad opera di Bodhidharma (Ta Mo) che aveva fuso il Buddhismo indiano con le suddette del medico Ba Tuo, dando origine alle arti marziali cinesi che poi verranno esportate in tutto il resto del mondo.


Lo storico cinese Tang Hao ha condotto, verso la metà degli anni Venti, degli studi approfonditi sull'origine del taijiquan. Tali ricerche lo hanno portato al villaggio della famiglia Chen, chiamato Chenjiagou (陈家沟), nella provincia dello Henan.


Successivamente abbiamo le prime documentazioni storiche del sistema con la figura di Chen Wangting (陈王庭), vissuto tra il 1579 ed il 1644 nel villaggio di CHEN JIA KOU, appartenente dunque alla IX generazione della famiglia Chen.


Chen Wangting era un funzionario dell'esercito imperiale, famoso per aver più volte sconfitto i gruppi di banditi che derubavano le carovane. Si racconta

che il suo stile di combattimento fosse eccellente, e che molti funzionari imperiali lo volessero al proprio fianco come membro della scorta personale. Ritiratosi dalla carica pubblica, dopo la caduta della dinastia Ming, Chen Wangting dedicò il resto della propria vita al perfezionamento della sua abilità marziale, trasmettendone le tecniche ai suoi successori. Le sequenze marziali che elaborò comprendevano cinque forme (套路, taolu) molto dinamiche e una forma di "lunga boxe". Nei secoli a venire, però, la maggior parte dei discendenti della famiglia Chen abbandonarono lo studio di tali sequenze. Esse erano infatti molto impegnative, e richiedevano una dedizione completa allo studio.

Dopo 5 generazioni l'arte della famiglia passò a Chen Youben (陈有本) ed a Chen Changxing (陈長興)(1771- 1853). Tradizionalmente l'insegnamento di molte arti marziali era ristretto a parenti con lo stesso cognome. Molto di rado gli estranei potevano accostarsi agli aspetti più profondi di un'arte marziale di famiglia. Il primo si trasferì nel vicino villaggio di Zhaobao e modificò i movimenti del taijiquan, diminuendo l'estensione delle posizioni. Nacque così lo stile di Zhaobao, chiamato anche xiao jia (小架).

Chen Changxing (1770 - 1853), invece, raggruppò insieme i frammenti delle forme tradizionali, le quali erano state in gran parte dimenticate, e formò due sole sequenze.

La prima era composta da movimenti lenti e fluidi, mentre la seconda comprendeva azioni più atletiche e dinamiche. Queste due sequenze furono chiamate "nuova intelaiatura" (新架, xinjia), in quanto costituiva una novità rispetto alle forme precedenti, che quindi furono identificate con "vecchia intelaiatura" (老架, laojia).

Un uomo chiamato YANG LU CHAN (1797-1873) volle imparare il Tai Chi Chuan. Non essendo membro della famiglia CHEN usò un espediente per avvicinarsi al maestro: si fece assumere in qualità di servo di casa. Ebbe così la possibilità di esercitarsi con gli allievi nelle normali lezioni e spiare nottetempo le pratiche riservate ai membri più stretti della famiglia. Quando fu scoperto venne costretto, per punizione, a battersi contro i migliori allievi della famiglia. YANG li battè facilmente.

Da quel momento fu accettato come discepolo da CHEN CHANG XING che lo iniziò alle pratiche più segrete del Tai Chi Chuan. YANG LU CHAN trasferitosi a Pechino cambiò gradualmente le sequenze imparate dal suo maestro creando una forma volta al miglioramento della salute e al benessere fisico, lui è il fondatore dello stile Yang di TaiChi (quello ad oggi più diffuso al mondo).


Il maestro più grande che viene ricordato in seno alla famiglia Chen è certamente Chen Fake (陈發科), vissuto dal 1887 al 1957. Insegnò a Pechino e da lì diffuse largamente lo stile Chen quando, come anche oggi, lo stile più diffuso era lo stile Yang.

Durante la sua permanenza nella capitale, egli apportò alcune modifiche nel modo di eseguire la forma, rendendo i movimenti più circolari e ricchi di leve articolari (qinna). Quando infine fece ritorno a Chenjiagou, la sua esecuzione era talmente diversa da quella ideata da Chen Changxing che fu chiamata "nuova intelaiatura", prendendo quindi il nome delle sequenze ideate da Chen Changxing, le quali furono a loro volta identificate come "vecchia intelaiatura"

(sostituendo perciò il nome dato alle sequenze originali del taijiquan). Ancora oggi, quindi, per "xinjia" si intende la forma di Chen Fake e per "laojia" quella di Chen Changxing.


Oggi i rappresentanti, appartenenti alla XIX generazione, sono Chen Zhenglei, Chen Xiaowang, Wangxian e Zhu Tiancai, noti anche come i 4 guerrieri custodi di Buddha.



taichichuan taijiquan sunset


Caratteristiche


Lo stile Chen tradizionale ha sicuramente mantenuto uno spirito marziale più evidente di quello che si può trovare negli stili da esso derivati.

In particolare esistono due caratteristiche peculiari: il chansi jin (缠丝劲) ed il fa jin (发劲).


Il chansi jin (il tencan dell'Aikido) è un modo particolare di utilizzare la forza, attraverso movimenti a spirale (che poi verrà, in tempi moderni, sviluppato appieno nel sistema del Ba Gua Zhang di Kung Fu Wushu interno cinese). Si dice che la forza scorra nel corpo come un filo di seta che si avvolge o si dipana dal bozzolo.

In particolare il chansi jin opera con un effetto a frusta su qualsiasi energia diretta contro di essa, cioè modifica grazie alla circolarità la direzione di una spinta ricevuta dall'avversario. Per allenare questo principio sono stati codificati cinque esercizi da compiere in continuità per acquisire la capacità di agire secondo traiettorie circolari. Questi esercizi prendono anch'essi il nome di "chansi jin" e servono al fine di sviluppare la capacità psicomotoria di essere connessi internamente ed esternamente alla sfera dinamica del taijitu (太极图).

-Tuttavia allo stesso risultato si può pervenire con l'allenamento degli “8 compagni di viaggio” come chiamo io l'approccio del mio maestro Yang Lin Sheng dal quale l'ho vista e sentita applicare con la più alta maestria nei miei oltre quaranta anni di ricerca e sperimentazione essendo anche stato in pellegrinaggio-studio nel Wudang Shan.


Il fa jin è una tecnica per emettere la forza interna (劲, jin) in modo esplosivo, attraverso la coordinazione del respiro con il movimento, che deve essere estremamente rilassato ed elastico. Il Chi (Qi) normalmente custodito nel Dan Tien (Tan T'ien), attraverso la coordinazione e connessione di intenzione e movimento rilassato, fluido, pieno ed elastico: scorre lungo l'arto fino a raggiungere l'estremità di contatto (mano, piede, spalla, anca etc.) e viene liberata non appena si percepisce un “varco” nella guardia del compagno generando una forza esplosiva molto superiore al solo vigore muscolare accumulato nella fase immediatamente che può essere unita al Fa Shen (emissione del suono: il Kiai del Budo) per focalizzare e massimizzarne il suo devastante effetto.


Filosofia


Benché le origini storiche del taijiquan possano affondare nella filosofia del Buddismo (data la vicinanza geografica e stilistica con il tempio di Shaolin), con il tempo quest'arte ha attinto moltissimi aspetti dal Taoismo.


Il nome stesso, taijiquan, richiama il concetto di un principio supremo (太极, taiji) che può essere identificato con il Dao (道).

Un simbolo chiave di quest'arte marziale è infatti il taijitu (太极图), famoso diagramma rappresentante un cerchio suddiviso in due forme, simili a pesci, una bianca e l'altra nera. Tali figure simboleggiano lo Yin e lo Yang, le due polarità opposte complementari della cosmogonia taoista.


Così tutti i movimenti del taijiquan seguono l'alternarsi degli opposti, e questo modo di agire costituisce anche la base del sistema marziale: non bisogna contrastare il "pieno" di un attacco, ma cedergli usando il “vuoto”, utilizzando così la forza dell'avversario a nostro vantaggio; viceversa dare il “pieno” (la forza di un onda del mare che s'infrange sulla scogliera) qualora si percepisca in quel preciso istante il “vuoto” secondo quella direttrice del compagno.


Metodo di apprendimento


Il Taichi Ch'uan è il “tetto d'oro” -come la pagoda alla sommità dei monti del Wudang Shan ove si ritiene che Chang San Feng l'abbia codificato- del palazzo imperiale di cui il sistema di Kung Fu Wushu Shaolin sono le fondamenta e gli stili interni dello Xing Yi Ch'uan del Ba Gua Zhang ed infine dell'Yi Quan (Dacheng Ch'uan) sono rispettivamente: il primo, secondo e terzo piano.

Dunque le fondamenta di ciascun sistema di Kung Fu (abilità) Wushu (nell'arte marziale) Shaolin (ad esempio: quella del monastero di Shaolin) si basa, come l'apprendimento di una lingua sull'alfabeto che nel nostro caso sono le posizioni (pu fa).

Gli strumenti tradizionali per apprendere il taijiquan stile Chen (specializzazione del Kung Fu Wushu di base) sono essenzialmente tre: gli esercizi di base (le figure) le forme (套路, taolu, che come vedremo sono due) e le applicazioni in coppia (推手, tuishou, spinte con le mani) per verificare, come nel caso del tiro con l'arco se la freccia va nel centro, che le figure siano eseguite correttamente con le giuste: intenzione (Yi) Energia (Chi) e Forza (Li).

Le forme racchiudono i principi generali in una sequenza ordinata di azioni circolari che consentono all'allievo di prendere confidenza con il proprio corpo, la propria energia e il proprio equilibrio. Per questo l'apprendimento delle forme richiede molti anni di studio ed esercizio. Nello stile Chen si ricordano le due forme principali della Xin Jia (nuova intelaiatura, quella di Chen Fake): la Xin Jia Yu Lu (prima forma) e la Xin Jia Er Lu (seconda forma).


La spinta con le mani (推手, tuishou) è un insieme di esercizi nati come sistema didattico propedeutico al combattimento vero e proprio. L'esecuzione di tali esercizi sviluppa molte qualità, prima fra tutte la morbidezza e la capacità di "cedere", cioè di utilizzare la forza dell'avversario a nostro vantaggio e senza opporre resistenza. I principi alla base di questa pratica sono: espandere (Peng) tirare (Lu) aderire (Tsou) seguire (Nien).


Come in molte arti marziali cinesi, anche nel taijiquan esistono anche forme con armi. Le armi tradizionali che vengono principalmente utilizzate sono la spada e la lancia.


La pratica del taijiquan come arte marziale richiede in generale molti anni di studio per acquisirne i fondamenti e tutto il resto della vita per comprenderne le implicazioni ed il significato.


Stili derivati


Un allievo di Chen Changxing era Yang Fukui (1799 - 1853), il cui nome pubblico era Luchan. Originario di Guangpingfu (provincia dello Hebei), facoltoso farmacista, studiò per circa venti anni a Chenjiagou.


Tornato al suo paese, il suo stile di combattimento suscitò la meraviglia delle persone, e la sua fama lo portò fino alla capitale per insegnare l'arte del taijiquan. Nel 1852 giunse a Pechino, invitato dal nobile Wu Yuxiang (1812 - 1892). Là si conquistò il soprannome di wudi, il "senza-rivali".


Wu Yuxiang, desideroso di apprendere il taijiquan approfonditamente, studiò nel villaggio di Zhaobao. Da tale esperienza è nato lo stile Wu di Wu Yuxiang.


Yang Luchan migliorò l'arte dopo aver trovato degli scritti originali di Zhang San Feng e creò una forma in base ai meridiani dell'agopuntura che potesse guarire i malati dell'ospedale dove lavorava; purtroppo la forma originale Yang la insegnò solo a suo nipote Yang Shaohou, mentre a suo nipote Yang Chengfu, che era un po "deboluccio" insegnò una forma più morbida che lui stesso poi semplificò tre volte; così abbiamo lo stile Yang: movenze morbide, circolari, di più facile esecuzione rispetto allo stile Chen; mentre lo stile Yang Shaohou è l'evoluzione dello stile Chen, mancando quest'ultimo delle aggiunte fatte da Yang Luchan.


Uno dei figli di Yang Luchan, chiamato Yang Banhou, insegnò una piccola sequenza di movimenti a Wu Quanyou, il quale la trasmise al figlio Wu Jianquan. Da lui prese vita lo stile Wu


Sun Lutang, esperto di Bagua e Xingyi, fuse questi due stili con il taijiquan e diede vita allo stile Sun.


Se vuoi conoscere i benefici oramai acclarati anche dalla scienza medica, di una corretta ed assidua pratica del Tai Chi, visita i seguenti due link.



Benfici pratica Tai Chi Chuan Taiji Quan pag.1

Benfici pratica Tai Chi Chuan Taiji Quan pag.2

"I miei ex maestri in quanto raggi divini hanno portato nella mia vita grandi insegnamenti e di questo sarò loro eternamente grato. Ho cercato di recepire dal loro esempio quanto c’era di meglio, tralasciando i loro limiti umani per quanto evidenti. Non li biasimo per le loro scelte finali o se ad un certo punto hanno deviato dal sentiero. In molti momenti hanno espresso il massimo di quanto il loro livello evolutivo permetteva. Li ho considerati fratelli di cammino e non erano perfetti così come io non lo sono. Stanno anche loro imparando dalle esperienze e dagli errori. Non mi carico della loro responsabilità di non esser riusciti a portare a termine la missione. Ripeto, siamo tutti sul sentiero di realizzazione, non ci sono i giusti ed i falliti, li considero veri fratelli ed imparo molto dai loro e dai miei errori. "

Pietro Catania
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