La Calligrafia

La calligrafia – shufa shufa calligrafia cinese from Fabio Smaolari (lett. “tecnica” o “arte” della scrittura) – è la più importante delle arti cinesi.
Da sempre legata al mondo dei letterati non è solo un’arte figurativa ma anche un metodo per la coltivazione delle facoltà fisiche ed intellettive, una tecnica per il controllo delle energie vitali e delle emozioni, per la cura della salute e la promozione della longevità.
Il tirocinio del calligrafo è lungo e impegnativo. Impadronirsi delle tecniche dei vari stili richiede tempo, sforzo e talento.



calligrafia cinese Beijing

"il taijiquan è uno studio del Tao, il Tao non tien distante l’uomo, è l’uomo che si tien distante dalla sua meraviglia!"
Mantenere in vita i caratteri antichi è una responsabilità non trascurabile, come la banca dei semi antichi.. l'impermanenza dell'acqua che evapora, il percorso per arrivare alla perfezione stilistica: bellezza fluidità tradizione, cultura ed armonia in un unico gesto; come in "Hero": ha molto in comune con l'uso e la pratica della spada. [foto che ho scattato a Beijing nel 2009]


Introduzione generale alla calligrafia cinese

In Cina la calligrafia occupa una posizione speciale nel campo delle belle arti. Non solo è un modo per comunicare un messaggio ma è anche e soprattutto un modo per esprimere il sentimento dell'artista e il suo senso estetico.

Nell'antichità la calligrafia aveva un posto di primo piano tra le forme di arte tradizionali e tutti gli artisti e i burocrati dovevano essere in grado di metterla in pratica in maniera corretta. Infatti, durante gli esami imperiali, la calligrafia era l'aspetto più importante per potere conquistare l'interesse degli esaminatori che valutavano le prove scritte dei candidati. I figli degli alti ufficiali dovevano impararla al meglio perché era simbolo di alta erudizione e saggezza. Anche gli imperatori stessi erano abili in questa arte considerando che sin da bambini ricevevano la migliore educazione disponibile. Ad esempio l'imperatore Qianlong della dinastia Qing (1644 - 1911) ha lasciato un esteso numero di opere calligrafiche che possono essere ammirate ancora oggi in numerosi templi e palazzi.

Per praticare la calligrafia occorre sapere padroneggiare i cosiddetti "quattro tesori dello studio": pennello, bastoncino di inchiostro, calamaio e carta. Oltre a ciò è necessario raggiungere un alto grado di concentrazione che è indispensabile per poter guidare correttamente il pennello in gesti più o meno rapidi in modo da ricreare effetti diversi. Quando il calligrafo ha un attimo di esitazione, l'inchiostro scivola eccessivamente lungo la punta del pennello creando una macchia nera: l'agilità e la velocità di movimento del pennello sono quindi capacità essenziali per coloro che praticano questa forma arte. Durante la scrittura molti calligrafi dimenticano gli affanni e le preoccupazioni, fino a dimenticare persino loro stessi, combinando il proprio pensiero nella bellezza di questa arte. Per questa ragione la calligrafia è spesso paragonata al Qigong, che può altrettanto migliorare la capacità di concentrazione, il temperamento e quindi promuovere un finisco sano.

Si dice che la calligrafia sia come uno specchio che riflette l'animo e tramite di essa si riesce a comprendere i sentimenti di chi la scrive. Il famoso Su Dongpo, uno dei più famosi letterati dell'epoca Song (960 - 1279), era solito utilizzare l'arte calligrafica per comporre gli ci (una forma poetica fiorita durante questa dinastia), lasciando una traccia indelebile nella storia dell'arte e della letteratura cinese che, grazie appunto alla calligrafia, sono intrinsecamente collegate.

Oggi, nonostante i grandi cambiamenti sociali e culturali che la Cina ha vissuto nell'ultimo secolo, questa forma d'arte è ancora largamente praticata da numerosi entusiasti. Durante le festività o eventi importanti, le calligrafie sono ancora comunemente realizzate e appese come ornamento.

Storia della calligrafia in Cina

Calligrafia sulla pietra

La calligrafia è una forma d'arte che dura da oltre due millenni e che si è evoluta in cinque forme ben distinte che utilizzano tecniche diverse come base di partenza. Queste cinque forme sono praticate ancora oggi.

Oltre alla calligrafia, le altre arti tradizionali dei letterati cinesi erano i gioco degli scacchi, la pittura e il liuto. Con l'unificazione del territorio cinese avvenuto con la dinastia Qin (221 a.C. - 206 a.C.), il primo ministro Li Si fu particolarmente attivo nel promuovere l'unificazione del sistema di scrittura, basandolo sui caratteri incisi sui bronzi delle dinastie precedenti. Questo primo tipo di scrittura è conosciuto come Zhuanshu, o scrittura del sigillo. I caratteri hanno forme non omogenee, le linee sono spesse e uniformi e prevalgono le forme tondeggianti.

Durante la dinastia degli Han occidentali (25 - 220) la scrittura del sigillo venne semplificata e nacque la forma di scrittura ufficiale. La nuova calligrafia appare più delicata e pulita, le forme precedentemente tondeggianti appaiono più appiattite e vennero introdotte nuove regole che ancora oggi sono fondamentali per chi deve imparare a scrivere. Ad esempio quando si deve tracciare una linea orizzontale bisogna prima tirare il pennello in direzione contraria, creando una specie di puntino o "testa del baco". La parte finale deve invece finire con un uncino chiamato "coda di rondine".

Questa scrittura regolarizzata preferisce le forme rettangolari a quelle tondeggianti e crea il modello per tutte le tipologie di scrittura nei secoli successivi.

Il grande Wang Xizhi, conosciuto come il saggio della calligrafia, portò questa forma d'arte ai suoi massimi vertici e i suoi lavori sono i più popolari e i maggiormente imitati. Si dice che quando un falegname dovette incidere sul legno i caratteri scritti dal pennello di Wang Xizhi, si scoprì che l'inchiostro era penetrato fino a oltre tre centimetri sotto la superficie del legno come conseguenza della veemenza dei colpi di pennello del grande maestro. La scrittura ufficiale (o regolare) perdurò fino alla dinastia Tang (618 - 907), a seguito della quale i maestri Zhenqing e Gongquan fondarono due scuole di calligrafia basate sui loro stili: uno molto forte e uno leggero.

La calligrafia corsiva è molto flessibile, mantiene solo l'essenza più fondamentale dei caratteri e tende a dare risalto all'espressione artistica o poetica del calligrafo. Le linee vengono collegate fra di loro e il pennello solo di rado si stacca dal foglio. Questo tipo di scrittura ha un ampio valore artistico più che pratico, il significato dei caratteri viene sommerso dal senso che l'artista vuole esprimere con la sua arte.

I quattro tesori dello studio

Il pennello

I pennelli più antichi che sono stati rinvenuti fino a oggi risalgono al periodo degli stati combattenti (476 a.C. - 221 a.C.), e da allora si sono evoluti in numerose forme. La punta può essere realizzata con peli di coniglio, cavallo o di altri animali, con lana o setole, mentre l'impugnatura può essere di bambù, avorio, giada, cristallo, oro, argento, porcellana, legno di sandalo, corno eccetera. E' importante notare che esistono pennelli sia soffici sia duri, che producono effetti diversi sulla carta.

Questi oggetti sono piccole opere d'arte, la delicatezza delle decorazioni è di per sé motivo di inspirazione per l'artista. Nei secoli le impugnature dei pennelli hanno assunto forme e decorazioni sempre più varie ed elaborate fino a rappresentare scene storiche o mitologiche incise con una tale delicatezza da non creare alcun impedimento allo scorrere fluido del pennello.

Il bastoncino di inchiostro

L'inchiostro veniva usato comunemente molto tempo prima dell'invenzione della carta e, a seconda del materiale su cui si scriveva, viene appositamente regolato e migliorato. Il colore è normalmente nero e lucido. Sin dalla dinastia Han (206 a.C. - 220 d.C.) l'inchiostro è realizzato usando materiali naturali che da allora sono rimasti quasi invariati. L'imperatore Qianlong della dinastia Qing (1644 - 1911) è ricordato anche per avere posto grande enfasi sulla produzione di bastoncini di inchiostro, dato che lui stesso ne era un grande esperto.

La carta

La carta è una delle più importanti invenzioni della Cina antica. Nelle epoche remote i cinesi avevano una lunga cultura nel documentare gli eventi importanti sotto forme di incisioni su osso, gusci di tartaruga, bronzi o listarelle di bambù sotto forma di rotoli. Si dice che Confucio era così avido di lettura che creava i propri vestiti utilizzando gli involucri di pelle in cui erano contenuti i rotoli di bambù. Durante la dinastia Han invece divenne usanza per la classe ricca scrivere sulla seta.

La carta fu inventata da Cai Lun nel 105 d.C. grazie ad una tecnica allora rivoluzionaria che prevedeva l'intreccio di vari tipi di fibre. Ben presto ogni area della Cina cominciò a produrne la propria versione. La carta più famosa è conosciuta con il nome di Xuan, ed è prodotta nella provincia dello Anhui.

Il calamaio

Tra i quattro tesori dello studio, il calamaio è il più durevole ed il più elegante. E' solitamente in terracotta, bronzo o altri materiali su cui viene sfregato il bastoncino di inchiostro bagnato di acqua. Tutti gli entusiasti di calligrafia cinese ritengono che il re dei calamai sia il cosiddetto Duanyan, che viene prodotto a Duanzhou nella provincia del Guangdong. La sua base ha un colore violetto e gode del nomignolo di "nuvola color porpora". Durante la dinastia Tang (618 - 907) i calamai erano solitamente offerti come tributo alla famiglia imperiale.


Fonte
"I miei ex maestri in quanto raggi divini hanno portato nella mia vita grandi insegnamenti e di questo sarò loro eternamente grato. Ho cercato di recepire dal loro esempio quanto c’era di meglio, tralasciando i loro limiti umani per quanto evidenti. Non li biasimo per le loro scelte finali o se ad un certo punto hanno deviato dal sentiero. In molti momenti hanno espresso il massimo di quanto il loro livello evolutivo permetteva. Li ho considerati fratelli di cammino e non erano perfetti così come io non lo sono. Stanno anche loro imparando dalle esperienze e dagli errori. Non mi carico della loro responsabilità di non esser riusciti a portare a termine la missione. Ripeto, siamo tutti sul sentiero di realizzazione, non ci sono i giusti ed i falliti, li considero veri fratelli ed imparo molto dai loro e dai miei errori. "

Pietro Catania
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