Pratica in Maremma


Ribolla Maggio 2013

E’ trascorsa ormai una settimana da quell’incredibile esperienza, per me la prima di questo genere.
Arrivai la notte del Venerdì in piena Maremma accolto da alcune pecore in uno steccato e dalla silouette in controluce di Natalie in un casale molto bello ristrutturato senza avere la benché minima idea di dove fossi finito e con chi. Un mio studente Andrea mi aveva portato una fotocopia a colori spiegazzata dalla quale evinsi uno spirito diverso dai tanti eventi, che m’incuriosì e mi spinse a dare quel giorno stesso adesione a Priska, allieva di Natalie e proprietaria dell’agriturismo che non conoscevo affatto che mi rispose cordialmente con il suo italiano “svizzero” ...
Accoglienza ineccepibile, bambini meravigliosi come camerieri, lasagne fatte da Natalie e perfino il dolce di “fragole con la panna”. C’era già Mario, un vero “animale” nel senso buono del termine, riferito a come la pratica dell’Yi Quan l’ha trasformato (gli blocca addirittura la facoltà del linguaggio durante la pratica, effetto che hanno solo le droghe più buone e pesanti) -il più simile che abbia visto allo Shen Fa del maestro YLS, ed un vulcano di concatenazioni in movimento.
In nottata, per l’esattezza il mattino seguente, sarebbe arrivato Michelangelo (il terzo mio fratello di Kung Fu insieme appunto a Natalie ed a Mario, con i quali abbiamo studiato dal ’97 l’intero sistema del maestro Yang Lin Sheng) un grande tecnico che ha sviluppato una didattica efficace e sufficiente dialettica invece, per coinvolgere tutti, giovani e meno, stimolandoli e conducendoli passo passo a superare ciascuno i propri limiti.
Quella sera praticammo dopo cena qualche zhan zhuang con Fabio da Cerveteri (istruttore del Craniosacrale di Natalie ed allievo di Yi Quan del maestro) ed il giorno dopo arrivò da Firenze Misha (o Miscia ..) con le sue agguerrite allieve “guardie del corpo” (anche lui terapista di Craniosacrale). In verità fu un continuo viavai di persone che giorno dopo giorno si sono aggiunte alla pratica, dalle località limitrofe, portando cibi fatti in casa da condividere con noi invece di “venire già mangiate” come se direbbe a Roma; tutto questo merito dell’impeccabile organizzazione di Natalie e la sua capacità di coinvolgere le persone nonché integrarle armonizzando le competenze di ciascuno e moderando naturalmente le personalità dominanti dando uno spirito, appunto, non competitivo e di collaborazione che non ho mai visto altrove.
La mattina del Sabato Mario era già in piedi a praticare le sue Zhan Zhuang in un immenso prato verde rasato all’inglese con una vista su un incantevole lago privato con tanto di pontile e barchetta nel quale i bimbi corsero a fare il bagno mentre la gente via via che si svegliava faceva colazione in una splendida veranda apparecchiata con ogni ben di Dio. Così circa alle 10 iniziammo la pratica di Yi Quan con Mario, a seguire con Natalie un saluto agli intervenuti continuando i movimenti del serpente introdotti da Mario ed utilizzando il mezzo del Bagua come linguaggio attraverso esprimersi liberamente nello spazio, un po’ come la danza creativa di Osho, mentre si incontravano i vari sguardi ingaggiando estemporanei combattimenti simulati senza mai entrare in contatto fisico ma schivando e ruotando su sé stessi con le movenze del serpente, chiuse con il primo palmo. Dopo pranzo e la consueta torta di fragole con panna ma con la variante dell’impasto di “BABA’ “ esclusiva ricetta di Laura ricevuta da una zia napoletana, nel pomeriggio Fabio ci fece lavorare ancora sulla relazione, di ciò che accade sentendo nel primo contatto se l’altro ha intenzione di entrare nella mia sfera o sta solo facendo una finta, nel qualcaso non ci si doveva muovere.
Quindi Michelangelo una bellissima lezione ancora di Yi Quan orientata al Tui Shou partendo dalla rotazione dell’anca e dal primo contatto. Ogni pausa tra le lezioni, saltava fuori in una sua qualche versione una torta di “panna con fragole!” esatto! Bravi vedo che incominciate a capire da cosa sono stati scanditi i ritmi della pratica. La sera assalto alle pecore per cercare di farle rientrare nel recinto (e pare che non sia una cosa poi così facile) e dopo aver fatto sufficiente brace, grigliata di carne biologica (buonissima anche se un po’ crudina dato che la luce della griglia semovente è stata scoperta solo alla fine) peperoni scottati alla brace spelati ed in salsa con olio toscano aglio ed un pizzico di sale e la consueta .. “torta alle fragole con panna” a scandire il Big Ben che segnava la mezzanotte. Poi ho corso fino a tarda notte con i fanciulli spettacolari delle donne organizzatrici, cogliendo la sfida di Gioele al quale si è aggiunta ad uno ad uno tutta la banda (compresi gli amici venuti a passare il pomeriggio e restati per la cena) tendendogli agguati che molto spesso andarono a buon fine, lasciandoli terrorizzati e compatti letteralmente galvanizzati da questo gioco antico quanto il mondo ma per loro così avvincente ed anche per me.
La domenica mattina una pioggerella persistente e fastidiosa ci costrinse ad optare per la palestra comunale ove Mario guidò al solito il risveglio di corpo e mente con un Yi Quan impeccabile improntato questa volta al Tui Shou dove ho avuto l’onore di ripraticare con Michelangelo a distanza di oltre un lustro, scoprendo con soddisfazione che non era assolutamente violento né egocentrato, ma bravo sciolto lucido e consapevole. Ci siamo fermati a ridere entrambi al ricordo dei voli subiti entrambi dall’implacabile deashibarai di Domenico: un vero killer del Judo da combattimento. -Penso questo sia stato il momento per me più bello ed intenso di tutto il seminario. -Ero riuscito finalmente a dormire qualche ora quella notte dopo circa 54 ore di veglia ininterrotta dalle 4.30 del Venerdì mattina quando ero andato a lavorare le mie otto ore in fabbrica poi le quattro di guida per arrivare lì, perché oltre alla pratica fisica che per me era il minimo, dentro di me qualcosa di molto più profondo si era dovuto rimettere in gioco poiché non credeva più nella possibilità di mettere in atto dinamiche costruttive di formazione prive di meccanismi di business né di potere personali: semplicemente mosse dalla voglia di condividere percorsi ultra decennali di ricerca in campi complementari afferenti allo stesso “albero cavo” della vita con shen fa e doni differenti maturati pienamente sviluppati e consapevoli condivisi a 360 gradi. La mia battaglia interiore dell’accettare il limite altrui e mio nel condividere le relative autenticità di percorso come complementari è culminata quella domenica mattina con l’esplosione della consapevolezza di non essere più violento né giudicare o sentirmi giudicato ma offrire la mia esperienza quarantennale di ricerca sul wushu e lo sviluppo del chi.
Avendo in sostanza già praticato abbondantemente l’Yi Quan, Bagua e quant’altro, sentivo che si doveva a quel punto dare modo di decomprimere, con un lavoro Yin, (“E’ il Vuoto inerno che fa l’utilità del vaso..”) tutta la tensione e fatica accumulate nell’intero seminario. Così “passai” i 12 esercizi di respirazione di Wudang imparati in loco da Xu Gu, nonché il mio percorso di apertura dei centri articolari mediante esercizi coordinati con la respirazione e visualizzazione interna della “fiamma ossidrica”, concludendo con spunti di riflessione sul “Campo del Punto Zero” della fisica quantistica come approfondimento del Wu Chi taoista.
Pranzo di domenica e consueta torta di “panna con fragole!!!” con la pratica impeccabile di Michelangelo hanno concluso l’evento, in un prato a perdita d’occhio con un sole che era finalmente tornato a splendere proiettandoci nuovamente in piena primavera con fiori profumi e fragranze inebrianti capaci di disconnetterci totalmente da quel mondo in cui anno dopo anno perdiamo via via il contatto con la nostra essenza più profonda.
In conclusione penso che sia stato sufficientemente evidente che sia nata una realtà nuova, che Natalie aveva espresso chiaramente quando disse che voleva che nascesse un gruppo, che effettivamente è nato: tra l’ilarità dei tanti momenti di condivisione e conviviali che hanno creato legami autentici tra tutte le persone bellissime che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere. Brava Priska per la sua capacità organizzativa, disponibilità, condivisione e partecipazione in toto ad una realtà che trascende quelle delle singole individualità intervenute dando modo alle persone di evolvere a dismisura nel terreno fertile da lei messoci a disposizione.










ribolla 2013



















Gioele un secondo prima che si schiantasse la corda dell'amaca ...






L'uomo deve assumersi la responsabilità dei legami, visibili ed invisibili, il cui insieme conferisce un senso alla vita.

Aminata Traorè
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