Cerca
libera le tue energie tai chi chen taiji chen urbino pesaro
linea orizzontale

 
FIABE > Una mosca cieca un po' sui generis ..

re artù
La Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei. Dopo il
caffè, la Follia propose: "Si gioca a nascondino?". "Nascondino? Che
cos'è?" - domandò la Curiosità. "Nascondino è un gioco. Io conto fino a
cento e voi vi nascondete. Quando avrò terminato di contare, cercherò e il
primo che troverò sarà il prossimo a contare". Accettarono tutti ad
eccezione della Paura e della Pigrizia. "1,2,3. - la Follia cominciò a
contare. La Fretta si nascose per prima, dove le capitò. La Timidezza,
timida come sempre, si nascose in un gruppo d'alberi. La Gioia corse in
mezzo al giardino. La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un
angolo adatto per nascondersi. L' Invidia si unì al Trionfo e si nascose
accanto a lui dietro un sasso. La Follia continuava a contare mentre i suoi
amici si nascondevano. La Disperazione era disperata vedendo che la Follia
era gia a novantanove. "CENTO! - gridò la Follia - Comincerò a cercare." La
prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi
di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto.
Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non
sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto. E così di seguito scoprì la
Gioia, la Tristezza, la Timidezza. Quando tutti erano riuniti, la Curiosità
domandò: "Dov'è l'Amore?". Nessuno l'aveva visto. La Follia cominciò a
cercarlo. Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce. Ma non
trovò l'Amore. Cercando da tutte le parti, la Follia vide un rosaio, prese
un pezzo di legno e cominciò cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì
un grido. Era l'Amore, che gridava perché una spina gli aveva forato un
occhio. La Follia non sapeva che cosa fare. Si scusò, implorò l'Amore per
avere il suo perdono e arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre.
L'Amore accettò le scuse. Oggi, l' Amore è cieco e la Follia lo accompagna
sempre.

Ginevra


Verde e Zafferano ultimo libro di Carmen Lasorella
Carmen Lasorella Verde e Zafferano

"La Birmania è un mondo a parte, che rovescia il linguaggio dei segni e il senso dei colori: verde la paura, zafferano la speranza". Un viaggio tra soldati e monaci, due facce della stessa medaglia: il mondo birmano. E la stessa giornalista sottolinea la nascita spirituale di questo suo lavoro: "Il libro è nato da un momento particolare che ho vissuto, non lavoravo e ho ritenuto una scelta naturale scrivere queste pagine e compiere un viaggio nel posto per conoscere da vicino il dramma. L'ho sentito come un dovere e alla fine mi ha donato tanta libertà". Ecco il valore aggiunto del reportage giornalistico, toccare con mano i problemi veri, vederli con i propri occhi e poi descriverli. Chiara anche la scelta dei titolo: "Verde e zafferano rappresentano gli estremi" di una situazione "di cui spero si continui a parlare".



tra fiaba e realtà



Un'anziana donna cinese aveva due grandi vasi, ciascuno sospeso all'estremità di un palo che lei portava sulle spalle. 

Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l'altro era perfetto, ed era sempre pieno d'acqua alla fine della lunga camminata dal ruscello a casa, mentre quello crepato arrivava mezzo vuoto.

Per due anni interi andò avanti così, con la donna che portava a casa solo un vaso e mezzo d'acqua.

Naturalmente, il vaso perfetto era orgoglioso dei propri risultati.

Ma il povero vaso crepato si vergognava del proprio difetto, ed era avvilito di saper fare solo la metà di ciò per cui era stato fatto.

Dopo due anni che si rendeva conto del proprio amaro fallimento, un giorno parlò alla donna lungo il cammino:

- Mi vergogno di me stesso, perché questa crepa nel mio fianco fa sì  che l'acqua fuoriesca lungo tutta la strada verso la vostra casa."

La vecchia sorrise: "Ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla tua parte del sentiero, ma non dalla parte dell'altro vaso?

È perché io ho sempre saputo del tuo difetto, perciò ho piantato semi  di fiori dal tuo lato del sentiero ed ogni giorno, mentre tornavamo, tu li innaffiavi.

Per due anni ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare la  tavola.

Se tu non fossi stato come sei, non avrei avuto quelle bellezze per  ingentilire la casa."



Sono la crepa e il difetto che ognuno ha, a far sì che la nostra convivenza sia interessante e gratificante.

Bisogna prendere ciascuno per quello che è e vedere ciò che c'è di  buono in lui.      Marga





linea orizzontale
Infoline: 328 338 0323  |   E-Mail:  collegamento alla pagina CONTATTI   |  CREDITS  |  MAPPE  |  CONTATTI